Il Simbolo

La scelta del simbolo

La lunga tradizione di Azione Universitaria è stata sempre legata alle battaglie e ai problemi quotidiani degli studenti, dentro e fuori gli atenei, come nessun altro movimento studentesco in Italia.

Da queste premesse la scelta del simbolo: un libro aperto ed una feluca, sovrapposti l’un l’altro, racchiusi in una circonferenza tricolore. Simboli carichi di Storia, tradizioni e battaglie. Usati fin dal 1950 dal FUAN, sigla precorritrice di Azione Universitaria e il più antico tra i movimenti di sindacalismo universitario in Italia, ma che affondano le loro radici addirittura nel Medioevo.

Perché il libro?

Il libro è ciò che accompagna lo studente durante tutto il suo percorso di studi, diviene simbolo e portatore del quotidiano impegno nell’apprendimento di quelle conoscenze che lo studente vuole acquisire per affrontare al meglio il mondo che lo circonda, per superare le sfide e gli ostacoli che si presentano sul suo cammino, per realizzare i propri sogni e le proprie speranze. Il libro rappresenta al meglio l’essenza stessa dello studente: forgiarsi come persona, migliorarsi continuamente per essere in grado di ritagliarsi il proprio spazio nel mondo.

Perché la feluca?

Se il libro rappresenta gli impegni e gli sforzi quotidiani nello studio, la feluca è l’altra metà dell’anima di uno studente. Rappresenta l’impegno civile, la voglia di mettersi in gioco non solo tra i banchi di un ateneo ma anche nei corridoi, tra le strade, in piazza. Un vero impegno attivo nel contesto sociale che si vive quotidianamente.

La feluca divenne, nel corso del XIV secolo, il copricapo dei clerici vagantes, i giovani studenti che si spostavano in giro per l’Italia e l’Europa per seguire le lezioni di loro di interesse nei luoghi che ritenevano più opportuni per i loro scopi (come del resto fanno i fuorisede di oggi). Nel corso del tempo, la feluca divenne anche simbolo delle associazioni goliardiche delle università, nonché degli atenei stessi. 
Goliardia: termine che racchiude in sé l’essenza della vitalità, della spensieratezza, della giovinezza, dell’intraprendenza e perché no, anche della ribellione dei giovani di ieri e di oggi, sentimenti che infuocano solo gli animi di coloro che vivono con passione il fiore dei loro anni.

Azione Universitaria, come i goliardi di un tempo, incarna la volontà di perseguire il nostro quotidiano impegno negli studi parallelamente a quello nella società e nella vita, proprio come fecero i “felucati” durante la Iª Guerra di indipendenza a Curtatone e Montanara, dove un reggimento di universitari riuscì a tenere botta contro l’avanzata degli Austriaci.

La Battaglia di Curtatone e Montanara
- la storia della Feluca

Nel 1848 è in corso la Prima Guerra d’Indipendenza, che vede contrapposti l’Impero Austriaco e il Regno di Sardegna, quest’ultimo impegnato nel tentativo di liberare il paese dalla dominazione straniera.

Quando si diffonde la notizia delle insurrezioni di Milano, un fervore patriottico senza precedenti pervade le università di tutta Italia, da Nord a Sud. Per la prima volta si respira nelle aule accademiche la concreta speranza di riunire il popolo italiano sotto un’unica bandiera.

Migliaia di studenti decidono allora di arruolarsi volontari per contribuire alla causa nazionale. Nella sola Università di Pisa, più di due terzi degli iscritti si arruolano volontari. Le aule si svuotano: gli studenti partono per il fronte, organizzandosi in battaglioni, alla guida di questi, i propri professori. Nonostante il Governo volesse sostituire i docenti con ufficiali dell’esercito regolare, gli studenti scelsero di combattere sotto il comando dei loro insegnanti.

Tra questi spiccano il geologo di fama internazionale Leopoldo Pilla e l’astronomo Ottaviano Mossotti.

Il 29 maggio 1848, nei pressi di Curtatone e Montanara, due piccoli paesi del mantovano, le truppe austriache attaccarono le difese italiane. Qui erano schierati, in prima linea, proprio i battaglioni universitari, composti da giovani volontari, armati male e senza alcun addestramento militare.

Quella mattina si trasformò in un massacro. L’esercito austriaco, numericamente quattro volte superiore, travolse le difese. Molti di quei giovani trovarono la morte sul campo. Eppure, il loro sacrificio non fu vano: la strenua resistenza consentì all’esercito piemontese di guadagnare tempo, riorganizzarsi e infliggere una decisiva sconfitta agli austriaci nella successiva battaglia di Goito.

I giovani universitari, animati dal sogno di un’Italia libera e unita, adottarono come simbolo del loro battaglione la Feluca, un particolare copricapo a due punte, tagliato nella punta finale per poter meglio mirare con il moschetto.
Oggi quella stessa Feluca è iscritta nel nostro simbolo, a memoria imperitura del loro coraggio, del loro ideale e del loro sacrificio.

Rappresentare, ed essere rappresentati da questi Simboli, è per noi motivo di vanto e orgoglio

L’unico modo per onorare questo impegno, è quello di essere sempre e comunque Dalla parte dello studente.